Esiste una teoria secondo la quale la combinazione di proof-of-work (PoW) e di proof-of-stake (PoS) nel mining offra un maggiore livello di sicurezza rispetto alla sola PoW. La teoria implica che una maggioranza di possessori di moneta possa mitigare "i cattivi comportamenti" dei miner PoW.
In mancanza di un miner che detenga la maggioranza dell'hash power, non vi è nulla da mitigare. Quindi la teoria si basa sull'aumentare il costo di un regime di censura. Questa considerazione si basa sull'assunzione, di per sé insostenibile, che i miner PoW non siano anche miner PoS.
Il costo del mining ibrido è il costo combinato del lavoro e dello staking, inclusivi del costo del capitale. Il ritorno sull'investimento nel mining eguaglia necessariamente il costo del capitale, come conseguenza della competizione. Quando il mining è profittevole, il costo del capitale non contribuisce alla sicurezza. Realizzare uno stake maggioritario non è più costoso di ottenere una maggioranza dell'hash power. La teoria è quindi invalida.
In un modello nel quale un detentore di una quota maggioritaria di stake può impedire la conferma di blocchi costruiti con PoW altrimenti validi, il censore, una volta che tale maggioranza è raggiunta, non può più essere destituito. Questo sistema è fondamentalmente una moneta basata su PoS che manca di resistenza alla censura e dove la parte di PoW non fornisce alcuna sicurezza addizionale.
Titolo originale: Hybrid Mining Fallacy